Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 13 maggio – pomeriggio

Nel pomeriggio prosegue il dibattito sull’operazione del rinnovo dell’emissione di titoli di debito pubblico e sulla ratifica dei due relativi decreti il n.82 “Emissione di Titoli del debito pubblico della Repubblica di San Marino, tasso fisso 6,50%, 19 gennaio 2027” e il n. 79 “Disposizioni inerenti alle operazioni ai sensi dell’articolo 3 della Legge 23 dicembre 2022 n.171” . Nel corso del dibattito, Rete, per voce del consigliere Daniela Giannoni, presenta un Ordine del giorno per richiedere una serie di interventi in materia fiscale e finanziaria, tra cui, si sollecita il Sds per le Finanze per il deposito, entro il 31 luglio di quest’anno, della riforma dell’Igr e la presentazione di un piano per il finanziamento del deficit annuo al Consiglio grande e generale. Per Matteo Ciacci di Libera, con l’Odg, “Rete sfiducia il Sds Marco Gatti”, ma in replica Giovanni Zonzini, consigliere del movimento, rigetta l’accusa e apre alla disponibilità data dal capogruppo Pdcs, Francesco Mussoni, a integrare e intervenire sul testo. Sempre nelle repliche finali, il Sds Marco Gatti risponde alle critiche della minoranza, avanzate nel dibattito, sulle modalità di rinnovo del debito: “Abbiamo posizioni e visioni diverse di come si leggono i bilanci- manda a dire- l’apprezzamento di Fmi e dei mercati al lavoro svolto da questo governo fino ad oggi è la migliore risposta all’Aula”. In chiusura della seduta, prima dell’esame dei decreti, da parte di Libera, Rf e Gruppo misto di minoranza viene annunciata la non partecipazione al voto e l’uscita dall’aula. La seduta si conclude quindi con la votazione e ratifica di entrambi i decreti con 36 voti a favore sui 36 presenti. L’Odg di Rete infine verrà discusso e messo al voto alla prossima sessione consiliare. Di seguito un estratto della prima parte degli interventi del pomeriggio. Comma n. 2 a) Ratifica Decreto Delegato 11 maggio 2023 n.82 – Emissione di Titoli del debito pubblico della Repubblica di San Marino, tasso fisso 6,50%, 19 gennaio 2027 b) Ratifica Decreto Delegato 4 maggio 2023 n.79 - Disposizioni inerenti alle operazioni ai sensi dell’articolo 3 della Legge 23 dicembre 2022 n.171 Sandra Giardi, Gruppo misto La questione del debito non nasce da questo governo, ma da scelte dei governi precedenti, la responsabilità è dunque politica. In ogni intervento c’è un rimpallo di responsabilità da un governo all’altro, o per la questione Cassa o per la questione Delta, per tutte le vicende che hanno tenuto banco nel paese. Noi stiamo per rinnovare un debito, ma forse non abbiamo portato idee per poterlo affrontare in modo diverso. Noi sosteniamo con il debito la spesa corrente e su questo dovremmo interrogarci. Noi stiamo sostenendo ad oggi una spesa frutto di scelte passate, fatte in un periodo più florido, in cui i governi non hanno fatto scelte lungimiranti. Oggi rinnoviamo un debito sulle cui modalità di restituzione non siamo concordi ma dovremo tutti essere coscienti del fatto che sia molto pregresso. Mi disturba che noi oggi manteniamo con questo debito dei diritti acquisiti a fronte di cittadini che non vi accederanno e a fronte di diritti che la politica ha fatto in modo che qualcuno li acquisisse a fronte di scelte politiche. La politica deve fare scelte più decise, è vero che bisogna far passare un messaggio di stabilità e sicurezza, ma se continuiamo a pensare che rinnovare debito sia posticipare il problema alls prossima turnata elettorale, al prossimo governo, il problema non lo risolviamo. Il debito dovrebbe essere utilizzato per sostenere la parte sociale del paese. Auspico si proceda alla modifica dell’ordinamento contabile per dare al bilancio una lettura più definitiva, per vedere veramente quale sia il benessere e il sostentamento del nostro Paese. Il Segretario si prenda questo impegno. Stefano Canti, Sds Territorio Intervengo congratulandomi con il Sds Gatti per la chiarezza con cui ha comunicato all’Aula il rinnovo dell’operazione del debito pubblico, i numeri sono stati dati nella massima trasparenza e disponibilità. Saremmo stati tutti più contenti di approvare il rinnovo debito se fosse stato finalizzato a investimenti in grado di portare nuove entrate nelle casse dello Stato, purtroppo non siamo nelle condizioni per farlo. Siamo consapevoli dello stato dell’arte del Paese e dobbiamo metterlo nelle condizioni di poter essere ancora più sicuro. Per farlo, dobbiamo ragionare su come fare crescere il paese, creando sviluppo,con interventi di messa in sicurezza del sistema bancario e finanziario. Questa operazione aiuterà il sistema perché alleggerisce le nostre banche che potranno a loro volta favorire investimenti interni. Credo il collega Gatti stia lavorando bene in questa direzione. Per fare crescere il Paese abbiamo diversi progetti di sviluppo, occorre puntare sullo sviluppo economico e delle nostre imprese, alcune stanno chiedendo alla politica di poter investire, di ampliare le loro aziende e politica deve essere pronta a dare risposte. D’altra parte, stiamo lavorando sullo sviluppo infrastrutturale che riguarda nel centro storico la ristrutturazione dell’ex cinema Turismo, e per secondo, il progetto di un polo museale. Sono due interventi che il governo intende portare avanti nel recupero di edifici storici, patrimonio importante dell’Ecc.ma Camera, per mettere a sistema del comparto turistico -commerciale la realizzazione di un polo attrattivo per il turismo. Per far questo dobbiamo, come politica, ragionare sulla responsabilità di dare fiducia al paese. Senza fiducia, non ci saranno le condizioni per mettere in sicurezza il bilancio dello Stato. Aida Maria Adele Selva, Pdcs Il rinnovo del debito non si può non fare, è inevitabile e mi sembra l’Aula concordi. Vorrei però far presente una cosa, in qualche intervento ho sentito un po’ troppa retorica. Dal momento che si dice ‘il rinnovo è inevitabile’, parlare alla pancia della gente è poi troppo facile. Il debito estero, perché? Per rilevare in primis risorse interne per l’economia, è una motivazione da cui non si può prescindere. Poi, tutti avete parlato di ‘tasso alto’, ma il tasso cresce per l’inflazione e ci auguriamo che si fermi e cali. Non penso che ci sia qualche colpa. Non si può dare una lettura distorta dei dati. I 55 mln ridati a Banca centrale: c’era un debito da onorare, erano stati fatti per pagare tredicesime e stipendi, non facciamo mistificazioni. Questo debito bisogna rinnovarlo, sono d’accordo che sia debito estero. E a chi chiede se sappiamo cosa votiamo: io lo so perfettamente perché il contingente non ci permette di fare diversamente. E’ ovvio che dobbiamo lavorare per il futuro del paese, ma se non si parte da qui, forse il futuro questo paese farà fatica ad averlo. Il lavoro ha ispirato fiducia nei mercati, lavoriamo insieme per il Paese. Alessandro Bevitori, Libera Questa proposta di rinnovo per altri 3 anni al 6,5% non la riteniamo una cosa particolarmente vantaggiosa, per usare un eufemismo. C’era sicuramente necessità di intervenire per tempo, rispetto la scadenza di febbraio 2024, dei precedenti 340 mln, sicuramente bisognava muoversi per tempo. In un Consiglio di urgenza immediato come questo di oggi francamente, al di là del gioco delle parti, se ci fosse stata una proposta sì di innalzamento di tasso rispetto al 3,25% di un punto in più, lo avrei anche votata. Ma qui oggi si parla del doppio, dal 3,35% al 6,5%, non è un affare da prendere al volo. D’altro canto, solleviamo un problema di metodo, ci ritroviamo un decreto in cui è già stato fatto tutto, qui oggi c’è un prendere o lasciare. E se non lo facciamo diventa un problema grosso. Il cappio al collo cui facciamo riferimento non è tanto quello di oggi, di questo decreto e di questa riemissione, il problema è che chiediamo di fare attenzione al passaggio del debito estero. Qui siamo in mano agli squali della finanza, a Jp Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley.. quelli che determinano politiche di paesi ben più grandi di San Marino, una piccola Repubblica come la nostra doveva ponderare questo passaggio in maniera molto più attenta e di qui il nostro richiamo, che qualcuno taccia di allarmismo e becera opposizione. Giannoni Daniela, Rete Sicuramente oggi non è un giorno facile per nessuno, non credo siano decisioni che prendiamo a cuor leggero, così quando siamo stati in passato, come Consiglio e Congresso, a dover accedere al debito pubblico. Non siamo sempre qui a ricordare ‘come siamo arrivati’, ma ce lo ricorderemo, consigliere Bevitori, sempre tutti, perché ora gli squali della finanza sono fuori, ma prima ce li avevamo in casa. Detto questo, sicuramente non sarà Rete a tirarsi indietro dalla responsabilità di votare questo roll-over, perché non vogliamo che il Paese vada in default, nonostante questo non possiamo negare ci siano delle critiche da fare al Sds Gatti. Innanzitutto, ci chiediamo se sia stato fatto tutto il necessario per riuscire a migliorare la nostra entrata nel mercato, lo sappiamo, dipende dal rating, dall’outlook, da riforme fatte e non fatte. Finora, ,l’unica riforma di tipo economico che avrà effetti- qualcuno più a breve scadenza, qualcuno a meno breve- sul nostro bilancio, è quella pensionistica ma all’appello ne mancano molte, in particolare quella sull’Igr del Sds Gatti. Non possiamo non avere un pensiero indipendente rispetto quanto meno a come si poteva arrivare al rinnovo del debito. Rispetto questo avremmo preparato un Odg del quale darei lettura: Il Consiglio Grande e Generale, considerata la strutturale, a partire dall’inizio dello scorso decennio, condizione deficitaria del bilancio dello Stato che ha contribuito a determinare, nel 2020, l’assegnazione al nostro Paese di un rating inferiore all’investments grade; considerati altresì i problemi strutturali del nostro sistema bancario-finanziario, che hanno determinato grande parte dell’indebitamento pubblico unitamente al declassamento sopra richiamato; tenuto conto dell’assenza, da allora, di decisi interventi finalizzati a un graduale riequilibrio della finanza pubblica il cui sbilancio appare destinato ad accrescere con il rinnovo per ulteriori 3 anni e 8 mesi del titolo di debito pubblico, già emesso nel 2021 al tasso del 3,25% a un tasso di interesse cresciuto al 6.5%; rilevato che tale aumento del tasso di interesse determinerà anche l’aumento delle uscite correnti di circa euro 13 milioni annui, rispetto agli interessi già corrisposti, per un totale di euro 22 mln annui; dà mandato al congresso di Stato di: 1) depositare entro il 31 luglio del corrente anno una riforma delle imposte dirette idonee a ridurre significativamente il deficit di bilancio nel rispetto dei principi di equità e giustizia sociale; 2) presentare al Consiglio grande e generale entro il 31 luglio del corrente anno un piano per il finanziamento del deficit annuo – compreso nel periodo che va dal corrente esercizio di bilancio alla scadenza del titolo di debito pubblico rinnovato in data odierna- che preveda una sua graduale riduzione e la ricerca, in via prioritaria, di fonti interne di finanziamento dello stesso; 3) Riferire alla III Commissione consiliare permanente circa l’andamento della costituzione del veicolo di gestione degli Npl, con particolare riferimento al processo e agli esiti della valutazione degli stessi nonché circa l’eventuale garanzia pubblica da concedere a favore delle obbligazioni stesse in seguito a cartolarizzazione; 4) Riferire con urgenza alla III Commissione consiliare permanente circa lo stato delle banche sammarinesi, presentando un prospetto, diviso per ogni singolo istituto di credito, che specifichi importi totali e tasso medio di remunerazione relativi a liquidità dei conti correnti, certificati di deposito, liquidità trasferita all’estero negli ultimi 24 mesi, gestioni patrimoniali e relativi portfaogli titoli. 5) depositare entro il 30 giugno del corrente anno un Pdl per la modifica dello Statuto della Banca centrale della Repubblica di San Marino; 6) Rendere esecutivo l’articolo 39 “Procedure rafforzate e velocizzate per l’esecuzione dei ruoli contributivi presso Bcsm” della legge n.157 del 29/11/2022 “Riforma del sistema previdenziale”, presentando, come indicato dalla legge e nei tempi ivi previsti ormai in scadenza, apposito decreto finalizzato alla velocizzazione delle procedure di recupero di qualsiasi mancato versamento contributivo. Fernando Bindi, Rf Il tema del quale con molta tranquillità discutiamo ha una premessa, che non ci si può che rallegrare, né drammatizzare, perché mi pare che altre scelte non ce ne siano. Perciò non c’è bisogno di andare oltre alla brillante ed esaustiva analisi fatta dal collega Andrea Zafferani. La questione si sposta su cosa facciamo adesso di quei soldi e come rientreremo della somma dovuta per interessi. Se continuate come avete fatto con uno spreco enorme nelle consulenze, nella dilatazione del settore pubblico e nella inconcludente politica, non diamo lontano, c’è bisogno di una inversione di rotta, sia nei metodi, sia nei contenuti. Il metodo non è stato proprio ortodosso, un anno e mezzo fa avete chiesto al consiglio una sorta di via libera per attività in campo finanziario e anche noi vi abbiamo dato voto favorevole, ma non prevedeva la comunicazione all’ultimo minuto, ma una sorta di consultazione preventiva che consentisse di valutare l’entità, modalità e le finalità. Per andare a cercare le colpe dobbiamo iniziaie almeno dal 2008, lì è il punto di partenza del decreto che ha cambiato la realtà del paese e adesso, per costuirne una nuova, dipende da come voi agirete sui vari settori, anche perché in questi 3 anni non è venuto fuori niente, non siete riusciti ad affrontare le grandi questioni. Ne cito una: la riforma dell’Igr, essendo uno degli elementi di scontro o timore è stata messa da parte . Francesco Biordi, Pdcs Un consigliere di opposizione ha detto onestamente che l’operazione che stiamo discutendo è inevitabile e come tasso di interesse poteva andare peggio, se ci compariamo a paesi simili. Da questa considerazione non ci si può esimere se si è chiamati a decidere con responsabilità, rispetto al rinnovo del debito. Non amo fare politiche di retroguardia per attribuire responsabilità all’uno e all’altro, ritengo piuttosto sia necessario investire queste risorse per lo sviluppo del paese. Lo sviluppo è un tema spesso richiamato in Aula e ci si è accusati di averlo posto in un senso o nell’altro, ma è tema su cui dobbiamo riflettere. Quando si presentano progetti di sviluppo qui dentro, attuare sempre la politica del ‘no’ e partire dal presupposto che un progetto non possa essere sostenuto perché presentato dall’uno o dall’altro è un limite oggettivo allo sviluppo del Paese. E di casi in Aula ne abbiamo vissuti. La responsabilità da questo punto di vista, al di là di maggioranza e opposizione, deve essere tenuta in considerazione. Un collega di questa mattina parlava anche del coinvolgimento della cittadinanza rispetto al cambiamento culturale sulla necessità di rinnovare debito: è un tema che come classe politica dobbiamo fare presente, le scelte che dovremo fare non potranno essere prese senza il coinvolgimento di tutte le parti, il senso di responsabilità deve prevalere. Matteo Ciacci, Libera Libera ha già espresso ieri la sua posizione precisa rispetto quello che riteniamo un fallimento politico da parte del governo, visto che andiamo a rinnovare al 6,5% di tasso di interesse il debito. Anche il supporter più accanito di questa maggioranza non può essere soddisfatto del 6.5%, è troppo alto. Dalla maggioranza nessuno ha infatti esultato oggi, trombe non ce ne sono state. Siamo entrati nel vortice del debito che non ripagheremo mai e che pagheremo 23 mln di interessi all’anno che, sommati alle commissioni, vuole dire qualcosa come 2 mln di euro al mese di interesse ed è una situazione drammatica. La politica deve coerentemente iniziare a capire dove andare per il futuro. Libera ha parlato coerentemente di sostenibilità del debito e ha sempre detto ‘lavoriamo insieme per ripagare i soldi presti a debito, ma non ci avete ascoltati e non avete accolto nessuna delle nostre proposte. In passato ricordo Marco Gatti e tanti esponenti di Rete che dicevano che il debito estero non serve, ‘il debito lo prendiamo in Italia, abbiamo i rapporti per andare a prenderli alla Cassa depositi e prestiti’. Così oggi l’Italia per esempio emette un bond decennale al 3,5% e noi un bond al 2027 al 6,5%. Incoerenti e bugiardi. Bisogna anche ricordarsi cosa significa la ‘trasparenza’: non abbiamo visto il contratto Cargill per il prestito ponte, solo oggi abbiamo saputo dove i 340 mln sono stati utilizzati, non sappiamo ad oggi quali sono le commissioni a Goldman Sachs per aver piazzato il debito. Infine, rispettare fli impegni presi in Consiglio e commissione finanze: avevamo un Odg che parlava di debito e di piano di rientro, ma non avete condiviso niente. L’unico intervento strutturale fatto è la riforma previdenziale che prevedeva un risparmio di 20 mln di cui 10 li andiamo a prendere dalla riserva tecnica, gli altri 10 mln sono già dilapidati, tra gli interessi da 23 mln di euro. Le riforme: mi fa piacere che Rete oggi sfiduci il Segretario Gatti, a meno che non tornerete indietro come avete già fatto. Oggi Rete dice ‘Sds Gatti fai il debito, ma devi fare anche queste cose’. Cosa risponde? Sarà l’ennesima bandierina, Rete, o andrà avanti con coerenza? Io credo la Dc dovrà sicuramente darne atto. Serve un piano di azione più netto, ma il primo punto fondamentale è: votate questi decreti e poi andate a casa. Alessandro Mancini, Npr Non mi addentro sul tema, il nostro punto è quello di valutare politicamente quello che stiamo facendo. Per chiarezza di chi ci ascolta, questo passaggio di oggi è assolutamente indispensabile e non è una novità. Non è una novità che il governo si era impegnato a rivisitare il titolo di debito emesso due anni fa, era previsto nella legge di bilancio e chi oggi parla di colpo di scena, ‘non ce lo aspettavamo’, non dice la verità. Se si poteva fare prima o più tardi non spetta me dirlo. La crisi internazionale e l’inflazione hanno portato all’escalation del tasso di interesse e tra pochi mesi potrebbe essere ancora maggiormente peggiorativo. C’è consapevolezza e serenità che questo era un passaggio doveroso e obbligatorio. Poi c’è l’altro tema, fa piacere sia stato trasversale, ovvero come utilizzare al meglio questo debito rispetto allo sviluppo, per arrivare al pareggio di bilancio. Mi ci si stia arrivando, ma ancora non basta. Il metodo: sono uno di quelli che sostiene sempre il confronto, ma mi viene da dire ‘per fortuna’ che non ci sia stato, visto quanto sentito in Aula, che avevamo un cappio al collo ed eravamo finiti. Non è questo il confronto che serve al Paese. In altri paesi non vengono in aula per una ratifica di questi provvedimenti, se dobbiamo fare un confronto preliminare per arrivare a risultati peggiori rispetto quelli arrivati sul tavolo, alzo le mani e dico non investiamo in quel lavoro perché ci facciamo male. La sfida ora è un’altra: generare sviluppo e portare a casa provvedimenti legislativi da tempo giacenti nei cassetti dei palazzi, innescare processi di fine legislatura e proiettarli per la prossima, qualunque governo sarà, con una prospettiva migliore

Questo è un lancio di agenzia pubblicato il 13-05-2023 alle 17:30 sul giornale del 15 maggio 2023 - 8 letture
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